Shout, l’illustratore che ha visto il futuro


La via di Shout all’illustrazione: semplicità, concetto e poetica. Negli USA lo adorano, in Italia è ancora considerato un semplice illustratore.

Alessandro Gottardo, in arte Shout, è un ottimo esempio di come si possa emergere sfruttando gli effetti della globalizzazione: quando anni fa, l’illustratore di Pordenone capì che in Italia avrebbe fatto non poca fatica ad affermare il proprio status di illustratore (nonostante lavorasse già ad alti livelli), scelse la via dell’emigrazione (professionale). Scrisse una mail all’Art Director del New York Times con poche illustrazioni in allegato e in men che non si dica ricevette una risposta e la sua prima committenza americana.

Bisogna dire che Shout si meritava di essere pubblicato subito: qualche anno fa il suo minimalismo “concettuale” (termine che in illustrazione significa rappresentare l’essenza di un concetto, a prescindere da ogni realismo) fu una specie di piccola rivoluzione mondiale e aprì le porte a schiere di illustratori con molte idee, pochi colori, figure stilizzate e una certa visione del mondo. Nel suo stile semplice e silenzioso era riuscito a sintetizzare e superare la lezione di grandi maestri dell’illustrazione come Brad Holland e Guido Scarabottolo.

Gli art director delle riviste furono felici perché queste illustrazioni potevano giocarsela alla grande con la tipografia grazie ai loro spazi vuoti, alle ampie campiture di colore e alle tavolozze ridotte all’osso.

A mio parere, Shout è riuscito ad interpretare molto bene la lezione metafisica di grandi maestri come Sironi e De Chirico, dimostrando di essere molto più italiano di quanto non sembri. Allontanando il proprio punto di vista dalla scena rappresentata, svuotandola, rendendo impersonali i suoi personaggi è riuscito ad ottenere illustrazioni sospese e stranianti, pur mantenendo uno stile grafico confortante e semplice. Questo è uno dei punti chiave dell’illustrazione del futuro: per scuotere e impressionare il lettore non c’è solo bisogno di un’arte Brutta, di uno shock, ma si può inquietarlo conducendolo in territori che appaiono rassicuranti.

L’illustrazione con Shout ha fatto un salto verso il proprio futuro: da autoriale e non più descrittiva è divenuta anche ambientale ed emozionale (un po’ come leggere un articolo con la cuffia di un Ipod nelle orecchie). L’illustrazione è divenuta sempre più evocativa e intelligente, prestandosi alle mille interpretazioni che ogni lettore trova nel suo mondo interiore personale.

Potreste aver incontrato queste illustrazioni leggendo la rivista Internazionale, sulla copertina di qualche libro Minimum Fax oppure su magazine e quotidiani USA.

Qui il suo blog ospitato dal portale per i grandi illustratori del mercato USA Drawger.

Qui il suo portfolio su Altpick e qui le sue immagini su Behance, questa la gallery che gli ha dedicato il Post.


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