I creativi devono avere una doppia vita (professionale)


Ogni creativo dovrebbe avere una doppia vita professionale: i lavori che fa per altri e quelli che fa per sé. I side-project (o progetti paralleli) sono fondamentali per lo sviluppo della propria carriera e del proprio Personal Brand.

Questi progetti sono importanti per vari motivi: permettono di sfruttare i tempi morti; permettono di sperimentare nuove tecniche e nuovi stili; rendono possibili collaborazioni con altri professionisti; creano nuove opportunità.

Molto spesso incontro creativi che si lamentano dei lavori che vengono loro commissionati: “non sono adatti a me” dicono, “non mi permettono di esprimere le mie potenzialità”, “non si possono fare bei lavori con commissioni così mediocri” e così via. Anch’io ragionavo in questo modo fino a poco tempo fa: ero frustrato perché non riuscivo ad attirare dei buoni lavori e soprattutto dei clienti a cui piacesse davvero il mio approccio progettuale.
La colpa era soprattutto del mio portfolio (e quindi dei miei siti web): denotava una confusione, un vagare senza mèta né strategia all’interno del mercato. Era chiaro che vivevo alla giornata, accettando qualsiasi lavoro mi venisse richiesto e soprattutto era chiaro che non riuscivo a capire, io per primo, quale dovesse essere il mio approccio e il mio metodo di lavoro.

Ad un certo punto ho deciso di investire su dei progetti paralleli: una brochure, un CV piuttosto particolare,  delle illustrazioni su temi che stimolavano la mia immaginazione e poi ho accettato dei lavori nei quali potessi essere libero da ogni vincolo e li ho fatti esattamente come avrei voluto.

Ho portato in giro il mio nuovo portfolio e i miei nuovi progetti di presentazione (e sistemato di conseguenza i miei siti); da quel momento in poi, per i clienti sono diventato ben riconoscibile e hanno capito qual’è la mia direzione professionale, tanto che mi chiamano soltanto quando sentono che il mio approccio progettuale è adatto a quel dato lavoro. Questa è la mia esperienza personale, nemmeno troppo illuminante, però mi ha fatto riflettere su quanto sia importante realizzare dei lavori esattamente come vorremmo.

All’inizio della carriera, per quasi tutti i freelance è più importante accaparrarsi quanti più lavori possibile, morsi dall’ansia di non riuscire a pagare le tasse o l’affitto. Man mano che si cresce professionalmente, questo atteggiamento deve cambiare altrimenti si entra in un circolo vizioso e ci si sente frustrati.

Ogni creativo deve capire che i progetti paralleli, almeno all’inizio della propria carriera, possono essere più importanti di tutto il resto. Mi spiego meglio.

 

Cosa si intende per progetto parallelo?
Una collaborazione con altri artisti o colleghi, un progetto personale (una presentazione, del merchandising, dei poster e qualsiasi altra cosa vi venga in mente) o lavori gratuiti per clienti che in cambio ci lasciano liberi di fare quel che vogliamo. Ad esempio può funzionare di progettare la comunicazione per associazioni no-profit o gruppi musicali.

L’importante è riuscire ad esprimere se stessi senza nessun vincolo, lavorando esattamente come se fossimo il professionista che ci immaginiamo di diventare; l’importante è fare uno di questi progetti come se stessimo lavorando per un grosso cliente, pensando di realizzare un capolavoro. Infatti uno degli errori che si compiono nei mestieri creativi è quello di pensare che faremo un capolavoro soltanto quando a chiamarci sarà il committente che sogniamo; peccato che quel committente potrà chiamarci solo se noi possiamo mostrargli altri capolavori.

Fino a che non siamo in grado di mostrare nei nostri portfolio (e quindi nei nostri siti) ciò di cui siamo davvero capaci, è inutile prendersela con la crisi o con la sfortuna: l’immagine che restituiremo di noi stessi come professionisti non sarà all’altezza dei clienti che vorremmo.

In più, in un’ottica prettamente di Personal Branding significa migliorare la propria presenza sul mercato e sfruttare la propria unicità (come già spiegato in un articolo precedente). Senza dimenticarsi che esprimere ciò di cui siamo capaci e fare cose belle è una soddisfazione personale che può ricaricarci e compensare momenti di noia o di scoramento.

In conclusione, credo che per un creativo sia doveroso avere una doppia vita: sviluppare progetti alternativi fa bene alla propria carriera professionale e alla propria autostima.

Questo articolo è stato ispirato da “Why every designer should create side projects: they improve your skills and make self-promo easier” http://ow.ly/bw9tV

 

 


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