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Bologna Children’s Bookfair: guida per introversi e imbranati


Una grande fiera, un circo pieno di gente e di libri, un gigante che promette tanto a tutti ma regala qualcosa soltanto a qualcuno.

Ho pensato che potesse essere interessante dare qualche consiglio per chi, come è successo a me qualche anno fa, arriva là da solo, senza conoscere quasi nessuno e cerca di capire cosa fare, come farlo e come arrivare ancora vivo a fine giornata. Senza essere travolti dalla folla, dalle emozioni e da un programma fitto di appuntamenti apparentemente imperdibili.

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Logistica

1 – Come arrivare
Sembra uno dei problemi minori, ma è fondamentale per non disperdere energie durante la Fiera.
Se arrivate in treno, prendendo l’autobus giusto sarete tranquilli in Fiera in meno di 15 minuti, ma se arrivate in auto, dovete considerare il dove parcheggiare.
Il parcheggio a pagamento della Fiera ha prezzi piuttosto alti; se arrivate presto potete trovare posto (in divieto di sosta però) nelle stradine intorno agli edifici della Fiera. Altrimenti il mio consiglio è di parcheggiare nel quartiere che si trova al di là della strada: il costo giornaliero è ottimo e una passeggiata di 5 minuti vi farà solo bene.

2 – Dove e come mangiare
Le giornate in fiera sono sempre stancanti e quella di Bologna lo è anche di più.
Dovete assolutamente pranzare, altrimenti rischiate di essere esausti molto prima della chiusura (e magari arrivare con un preoccupante calo di zuccheri proprio ad un appuntamento importante).
Il pranzo è anche un momento importante per socializzare e fare incontri utili al vostro lavoro.
Quindi, non trascuratelo.
Avete due possibilità, oltre al già sconsigliato digiuno: portarvi qualcosa o mangiare in Fiera.
Nel primo caso, se portate qualcosa da casa, assicuratevi che: il recipiente sia ben sigillato (disegni unti non vi aiuteranno a trovare un editore), non sia pesante (zaino e borse vuote sono più facili da riempire e da portare per una giornata intera) e che il cibo non vi faccia venire sete o vi faccia puzzare l’alito (già…).
Qui i simpatici consigli del blog Apranzoconbea.
Potete anche portarvi qualcosa che vi fate preparare in bar o locali bolognesi. Ho pochi consigli, a parte la burgeroteca di qualità Well Done che trovate in centro città (a pochi minuti a piedi dalla Stazione) e i tanti vegetariani e vegani che trovate sempre in centro. La cosa più probabile è rifornirvi in qualche bar: ne trovate qualcuno nei dintorni della fiera, che tra l’altro pullula di ottimi ristoranti cinesi e giapponesi (controllate su Google Maps).
Se decidete di mangiare in Fiera invece avete almeno 3 possibilità:
a) mangiare un panino costoso e pessimo al bar o un quarto di pizza con mozzarella sintetica nella pseudo-pizzeria;
b) andare al self-service della Camst, dove la cucina e i prezzi sono decenti e soprattutto potete trovare il tempo di parlare di lavoro, magari anticipando alle 12.30 il pranzo in modo da non rimanere intrappolato in code chilometriche;
c) agganciarsi a qualcuno che pranza in sala Stampa: piccoli appetizer che manco Marchesi, sandwich e bevande costose, ma servizio e tranquillità da VIP, quasi una camera di decompressione Lounge rispetto alla bolgia fieresca.

3 – Come vestirsi
Questo è un capitolo decisivo per sopravvivere ad una giornata in fiera.
Prima di tutto se non avete stand amici in cui poter appoggiare il vostro cappotto, usate il guardaroba. Costa qualche spicciolo, ma vi evita di dover andare in giro tutto il giorno come un venditore di tappeti in spiaggia.
Poi usate una borsa comoda: tracolle troppo pesanti potrebbero piagare le vostre spalle (non scherzo!, a me è successo).
E scarpe altrettanto comode: dovrete stare in piedi e camminare tutto il giorno, quindi pensateci.
E controllate il meteo alla domenica.

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Socializzazione

4 – Chi incontrare, chi evitare
Per gli illustratori, soprattutto per quelli che non abitano e lavorano a Milano, la fiera di Bologna rappresenta probabilmente l’unica occasione per incontrarsi e fare chiacchiere davvero interessanti con altri colleghi, anche con i più anziani.
Ho conosciuto professionisti affermati che vengono alla Fiera solo per salutare gli amici. Per questo motivo, non sottovalutate mai la funzione distensiva e socializzante della Bookfair e non mostratevi troppo arcigni o troppo opportunisti: siate amichevoli e socievoli, approfittatene per conoscere professionisti affermati, per salutare colleghi che non vedete da mesi, per parlare con la vostra casa editrice preferita e via dicendo.
Per conto mio, mi piace non dare troppo tempo a quelli che si lamentano tanto e a quelli che non hanno una méta precisa (e vi faranno perdere i vostri appuntamenti), e preferisco incontrare anche poche persone , ma che mi diano energia. In ogni caso il segreto è lasciarsi trasportare dal flusso degli eventi.

5 – La Carboneria
Gli illustratori sono spesso tipi buffi e sparsi per la Fiera ci sono un sacco di appuntamenti non ufficiali in cui ritrovarsi e stare insieme, organizzati da blogger, associazioni, editori e pazzi di passaggio.
Alle volte sono aggregazioni spontanee, sempre gioiose. E spesso avvengono in città alla sera.
Per scoprirle seguite siti e Facebook di Associazione Illustratori, Figure dei Libri, Roba Da Disegnatori, MiMaster, mostra di Sarmède, etc.

6 – Incontrare i grandi
Non pensate soltanto al vostro portfolio: approfittatene per conoscere di persona, ascoltare o vedere all’opera i più grandi illustratori che ci siano in terra.
Potrebbero essere incontri molto ispiranti.

Lorenzo Mattotti firma i propri libri (foto Lefiguredeilibri)

Lorenzo Mattotti firma i propri libri (foto Lefiguredeilibri)

Lavoro

7 – Il portfolio: digitale o cartaceo?
Ecco uno degli argomenti più in voga nelle dispute tra illustratori: portare gli originali, le riproduzioni, i mock-up o cos’altro?
Prima di tutto pensate a cosa riuscite a portarvi dietro, quindi fate un conto tra cosa vi può entrare in valigia o il peso che le vostre spalle potranno sopportare.
Poi considerate che un editore vi darà poco tempo. Con 5 immagini si fanno già un’idea…
Secondo me, è utile essere flessibili: io porto con me alcune stampe per far vedere le illustrazioni in formato grande (dentro un grande raccoglitore ad anelli), delle stampe in A4 in un portalistini e poi il tablet in cui tengo altre illustrazioni (2 o 3 portfoli distinti) da tirare fuori nel caso che l’incontro vada bene e ci sia bisogno di far vedere altre cose.
Se presentate un progetto libro può essere utile costruire un prototipo.
E poi preparate del materiale da lasciare al vostro interlocutore: biglietti da visita e cartoline. E prendete il suo (con gli orientali lo scambio delle business cards diventa un rituale di cortesia bellissimo).

8 – Il muro degli illustratori (o del pianto?)
Luogo leggendario, sorta di Lascaux per emergenti (e a volte già emersi) artisti da tutto il mondo.
Il muro delle illustrazioni che trovate all’ingresso è la più grande metafora della Children’s Bookfair: un luogo affollato dove si sgomita per essere visti, ma cercando di essere corretti, dove i furbi non mancano, ma dove gli intelligenti e i creativi hanno la meglio.
Soprattutto per noi che abbiamo un’età, attaccare le nostre cose su quel muro è un atto liberatorio, adolescenziale, come scrivere con l’Uniposca sullo zaino Invicta al Liceo. Solo che questa azione così silviomucciniana in alcuni casi potrebbe portarci un lavoro.

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9 – Gli appuntamenti
La parte più importante per un professionista: gli appuntamenti con editori e art director per mostrare i nostri progetti e le nostre opere.
Come ripetono in tanti, bisogna abituarsi al rifiuto che ovviamente avviene con una statistica maggiore rispetto alla firma di un contratto (a proposito, cercate di chiudere tutto quel che potete in Fiera, firmando e leggendo bene contratti, clausole e documenti vari). Il rifiuto fa parte del gioco, ma non dobbiamo prendercela quando arriva: è il risultato di una scelta. E se quell’editore non vi sceglie, altri potrebbero farlo. (Quindi non insistete se non è il caso, rischiereste di essere anche trattati male).
E prendete con obiettività le critiche: potrebbero farvi crescere molto.

Per tranquillizzarvi, ecco un brano dal libro “Il surrealismo gentile di Gianni De Conno” (in cui si raccontano i segreti di un grande illustratore), in cui Gianni De Conno, uno dei più grandi illustratori per l’infanzia, è alle prese con le prime esperienze in Fiera:
“fissò un appuntamento con l’eccentrico Otakar Bozejovsky von Rawenoff, fondatore e proprietario della Bohem Press; si presentò e mostrò le sue illustrazioni: l’editore le apprezzò, ma non le ritenne ‘illustrazioni per ragazzi’. Allo stand erano presenti due illustratori spagnoli: il già affermato e famoso Emilio Urberuaga e un promettente Javier Zabala, coetaneo di De Conno. Furono loro a garantire che quelle illustrazioni potevano funzionare anche nei libri per ragazzi”.
Ed ebbero ragione.

10 – Una ultima funzione sociale
Quando vedete qualcuno triste dietro il tavolo di uno stand, ditegli due parole di conforto.
E quando qualcuno vi sorride largamente e vi invita ad entrare, entrate, lasciate che vi racconti, parlateci e lasciate che tutto fluisca con naturalezza. È il bello della Fiera. E a volte potreste avere delle belle sorprese dagli incontri inaspettati…

PLUS (per approfondire)

–> I consigli di Roba da Disegnatori
–> Riflessioni di Zuppagrafica sul settore dell’editoria per l’infanzia (“Un bellissimo imbuto”)
–> i 5 non-consigli di Anna Castagnoli su Le Figure dei Libri
–>
l’articolo di presentazione della Fiera su Il Libraio
In conclusione
Spero che i miei dieci consigli possano aiutarvi, anche se non potranno evitarvi eventuali gaffe (io ne ho fatte un po’ e lavoro ancora) per passare una buona Fiera!
Ovviamente anch’io sarò là, felice di incontrare chiunque abbia voglia di prendere un caffè e fare due chiacchiere.
E per incontrare i tanti bravi e belli illustratori che conosco.
Lunedì 30 sarò tutto il giorno in Fiera anche con i miei libri “Illustrazione, l’immaginario per professione” e “Il surrealismo gentile di Gianni De Conno”: fate in modo che non debba riportarmeli a casa e acquistateli tutti (se volete prenotare una copia con sconto fiera, scrivetemi che fissiamo un momento per incontrarci).
In bocca alla Fiera, viva la Fiera!!

 

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