25 Cose da fare per nutrire l’immaginazione al tempo del Corona Virus


Siamo chiusi in casa, non vogliamo cedere alla passività della TV, non possiamo leggere tutto il tempo, non possiamo lavorare tutto il tempo, e poi sempre pulire, pulirsi, lavare, cucinare e mangiare.

Vorremmo usare i nostri computer per fare qualcosa d’altro rispetto al leggere notizie, stampare certificazioni, ascoltare webinar, guardare podcast (perché dopo qualche giorno ci si confonde); l’unica distrazione che abbiamo, oltre ai minuti d’aria del buttare spazzatura (mai come in questo periodo amo il bidone che si riempie, la plastica che si accumula!), sono le centinaia di video che ci arrivano su Whatsapp: simpatici, buffi, sarcastici, umoristici, da schiantarsi dal ridere… che ormai conosciamo a memoria e che abbasseranno, inevitabilmente, il nostro già basso Q.I.

Arrivati a questo punto, sentiamo il bisogno di scoprire qualcosa di diverso; la speranza di trovare qualcosa di nuovo e di ispirante è una fioca fiammella che ci tiene ancora svegli, alla sera, davanti al monitor, ma abbiamo ormai la lucidità di una mosca che sbatte sul vetro della finestra e Google improvvisamente sembra non avere idee per noi: tutto è già visto, tutto è inutile, tutto ci annoia.
Perciò ho deciso di dare un piccolo aiuto e condividere qualcuno dei miei luoghi virtuali di ispirazione.
Se, come immagino dato che seguite Shivu, siete amanti di cultura visiva, vi indicherò alcune mie rotte di esplorazione (sono 25!) che possono regalarvi un pomeriggio di sorprese.
Forse non sono i luoghi più remoti e segreti, ma spero che ai più siano sconosciuti.

Vado ad iniziare questa lista agglomerata in modo apparentemente casuale e ondivago, che mi pare ad un certo punto assuma una certa piega onirica e psichedelica, tanto adatta a questi giorni fatti di gelatina.


La lista di cose da fare per nutrire l’immaginazione ai tempi del Corona Virus, suggerita da Shivu

Per prima cosa, potreste prendere in considerazione di svegliarvi ogni mattina con l’ascolto di “Cosmic Love”, una meravigliosa canzone di Florence and the Machine, cristallina come acqua di fonte, luminosa come un’alba, rischiarata da un’arpa dorata che risveglia il cielo dalla notte; il video è uno dei tanti, incredibili, live registrati da KEXP, una radio di Seattle che è uno scrigno per chi è appassionato, come me, di musica obliqua e suonata dal vivo, senza tutti i vezzi, gli appiattimenti e la patinatura lucida di Spotify;


Il secondo consiglio è di seguire quello che per molte persone già è un ispiratore fidato, una sorta di rigattiere dell’immaginario; se non lo conoscete (e so che ancora non è famoso come dovrebbe) dovete seguire i consigli di trova-robato visivo e librario di Simone Sbarbati e del suo gruppo di Frizzi Frizzi;

Frizzifrizzi - Frizzifrizzi


Poi, potreste, in ordine sparso:

Visitare un museo in modo virtuale, senza il rischio di inciampare in un Brancusi o di appoggiarsi ad un Arp:
tornare indietro nel tempo con le visite guidate con il direttore del Museo Egizio;
meravigliarsi davanti alle opere straordinarie custodite nella Pinacoteca di Brera a Milano;
evitare la fila con i tour virtuali delle stanze dei Musei Vaticani (che però senza prelati e suore a muoversi nei cortili, fan tutto un’altro effetto);
girare n lungo e in largo (virtualmente) per il Louvre, senza farsi venire male ai piedi;
esplorare le collezioni, solo per citarne alcuni, del British Museum di Londra, del Metropolitan Museum of Art di New York, del Museo Archeologico di Atene,  spulciando nei loro database e archivi pieni di tesori;


guardare un documentario d’arte, di quei pochi che sono disponibili gratuitamente come:
Dada Spirit, sul movimento artistico Dada, avanguardia fondamentale per il nostro secolo, uno dei documentari più notevoli del lotto!,
i tanti,e di vari argomenti, disponibili su Arte.TV,
i documentari di Raiplay di cui segnalo il triste ma intenso “Picasso, una vita” e il viaggio nel creativo spirito bambino di Henri Rosseau,
sempre su Raiplay “The Sense of beauty”, una serie che a me è piaciuta molto, soprattutto per il coinvolgimento emotivo di cui sono capaci le immagini e il montaggio,
visitare il palinsesto, che gratuito di Sky Arte,


seguire i corsi gratuiti d’arte varia del Moma di New York;


leggere il diario illustrato del più grande illustratore vivente, mister Brad Holland anche solo per leggere l’articolo intitolato “My first portfolio”, e se siete illustratori o bramavate di esserlo, fare come me e trovare, finalmente, un’altra occupazione;
Brad Holland


seguire i work in progress di James Jean su Instagram e innamorarsi del (suo) disegno;


guardare per ore il mistero delle sculture cinetiche del progetto Strandbeest di Theo Jansen vagare per le spiagge olandesi, ovvero delle enormi strane bestie-macchine di legno e tela, muoversi come sospinte da un soffio divino;

 


 

desiderare di comprare un tappeto o un foulard dell’artista finlandese Klaus Happaniemi;

 


 

viaggiare tra i capolavori dell’arte con il Google Arts and Culture Project, con cui potete avvicinarvi ai quadri e vedere financo le pennellate e dove, in questo periodo, troverete i racconti e i video di tantissimi musei, anche italiani;


seguire il percorso di scoperta delle Rooms della Tate Modern di Londra, tra le opere, gli studi e i processi creativi di artisti famosi;


 

seguire l’incredibile collezionista di visioni Stephen Ellcock (che era di nicchia, ma ormai è giustamente famoso e se non lo conoscete ancora, dovreste seguirlo); lo so è su Facebook, ma è uno dei motivi per cui vale la pena stare su FB;

 


 

imparare a memoria tutti i disegni del genio di Saul Steinberg, anche solo cercandoli su Google;


 

imparare a memoria tutti i disegni dell’artista rumeno Dan Perjovschi, che dissacra tutti.i poteri e tutti i padroni, cercandoli (azz!! ahimé…) su Google;


 

spulciare la rubrica Modern Love del New York Times solo per vedere i disegni di quel genio di Brian Rea;


 

seguire i paesaggi metafisici che quell’altro genio di Guido Scarabottolo sta creando, senza fatica (lui!) su Instagram;


 

sognare come poteva essere la nostra reclusione forzata se avessimo arredato casa seguendo il fantastico e imperdibile Apartment Therapy (ovvero l’esempio di come potrebbero essere i cataloghi Ikea se raffigurassero la vita vera di case vere di persone vere);


 

pensare al mondo che ancora è la fuori e si muove e rutila, nonostante le nostre reclusioni, seguendo quegli strampalati della Cloud Appreciation Society ovvero, la Società di Apprezzamento delle Nuvole!;


 

guardare più lontano e meravigliarsi, ad esempio, di fronte alle immagini di Saturno, scaricabili, come decine di altre, ad alta risoluzione, dal sito della Nasa e vagare così nello spazio profondo con il loro motore di ricerca spaziale;


 

esplorare poi il microcosmo (che tanti problemi ci sta dando in questo periodo) vagando senza meta dentro le abissali microbiche piccolezze della Cell Image Library, la libreria di foto cellulari più completa al mondo e confermare che Ermete Trismegisto ha sempre avuto ragione, che così in alto, così in basso, eh, sì!;

oppure, più facilmente, esplorarlo con le incredibili foto del premio “Small World” di Nikon, dedicato a ciò che è quasi invisibile;

 

 


 

e ancora, divertirvi per ore con The Creative Type di Adobe, alla ricerca del vostro alter-ego candy-pupazzoso (questo sito è pericoloso come la più diabolica delle GIF);


 

immergersi negli ipnotici e coloratissimi video di Thomas Blanchard;


 

sognare (o snervarvi) con lo xilofono costruito in 4 giorni tra gli alberi di una foresta giapponese, suonato da delle palline che cadendo intonano Bach, il tutto concepito per fare lo spot pubblicitario di una compagnia telefonica (onore all’ingegno!!);


 

e infine, fare pace con tutto il mondo e con tutti i cxxxo di virus, guardando per cinque minuti la vita del plankton ovvero ammirare micro-organismi che si accapigliano, si mangiano, muoiono e nascono, danzando sulla voce magica di Anthony Hogarthy;
forse vi metterete a piangere davanti a questo piccolo mondo che sempre si agita sotto, sopra e dentro di noi, senza che mai ce ne accorgiamo, senza che mai rivolgiamo una preghiera ad un batterio – come invece facciamo alla luna – una poesia, nemmeno un pensiero.

Commossi di fronte a questo immenso tutto.


“L’amore è il tutto.
Noi siamo soltanto pezzi”
Rumi

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